Quando il gioco si fa serio, per Publifarm scatta l’ora del team building!
Era da un po’ di tempo che a Publifarm cercavamo di trovare un momento per stare tutti insieme e dedicarci all’attività di team building, ma si sa, il nostro lavoro è spesso ricco di imprevisti e cambiamenti all’ultimo minuto, per cui non è stato semplicissimo trovare una data libera. Alla fine il giorno è stato deciso e tutti, nell’agenzia, si sono organizzati in modo tale da poter partecipare senza che questo impattasse sui calendari di lavoro: un piccolo capolavoro di coordinazione!
Per il nostro team building abbiamo scelto di misurarci con una prova ad alto tasso di creatività: il LEGO® Serious Play. Questo metodo è finalizzato a sviluppare il pensiero, la comunicazione e il problem solving di un team attraverso un’attività manuale e coinvolgente, quale appunto è la realizzazione di un progetto LEGO.
Il metodo venne inizialmente sviluppato all’interno dell’azienda dei celebri mattonicini, ma data la sua efficacia, è stato più di recente reso open source sotto una licenza Creative Commons. Oggi esistono molti trainer e facilitatori LSP, nonché una copiosa letteratura scientifica sui meriti di questo approccio, a riprova di come non sempre giocare debba fare rima con svago o distrazione.
All’Oratorio di Borgo S. Caterina, che ci ha gentilmente concesso gli spazi necessari, la sfida è subito entrata nel vivo. Divisi in sei squadre, tutti i membri di Publifarm sono stati chiamati a immaginare e costruire una città ideale, collocando se stessi al suo interno e definendone nome, slogan, collocazione. In un secondo momento ogni squadra ha poi illustrato la propria creazione al resto dell’agenzia, per arrivare poi a concludere l’esperienza con un momento di debriefing e confronto rispetto alle lezioni apprese durante la frenetica attività micro-edilizia.
Abbiamo così scoperto alcune location davvero singolari. A cominciare da El Velùsco, il gioiello urbanistico ideato da Elena, Veronica B., Luca e Francesco, capace di attirare torme di turisti a suon di “Pesce e Corna”, complice un museo dedicato all’esposizione di un corno lungo 18 metri appartenuto a una creatura primordiale dal nome francamente impronunciabile. E che dire di Isla Fulgencia, la destinazione turistica fondata da un conte ideata da Nicola, Giulia, Cristina e Maria Elena, dotata di piscine panoramiche e tempio oracolare, oltre che di un network stradale obiettivamente impareggiabile? L’amministrazione dell’isola pare stia ancora lavorando sul miglioramento dei collegamenti via mare, dopo che il suo tentativo di furto di barche all’isola vicina si è risolto in un nulla di fatto…
Non che l’isola vicina, beninteso, avesse gran bisogno di barche: la destinazione da sogno – Oniriom – pensata da Andrea, Carlotta, Silvia B., Silvia C. e Catherine era infatti non solo dotata di un’ampia flotta, ma anche di un super-rapido collegamento al continente grazie a un servizio aereo pilotato da Tom Cruise in persona! Poche ore di lavoro e lungo relax in spiaggia sembrano essere il segreto per il successo di questa enclave democratica super riservata.
In una progressione sempre più futuristica, siamo stati quindi illuminati sulle meraviglie tecnologiche di Rataplan, città apparentemente caotica – ma retta da un ordine profondo – costruita da Beatrice, Emma, Michela e Massimo, digradante dalla collina al mare e popolata da renne, pappagalli giganti e abitanti iper-tecnologici impegnati in occupazioni semplici e rinfrancanti.
Da ultime, in un futuro remoto, abbiamo conosciuto Elephantus e Phoenix, città-rifugio di un’umanità rigenerata. La prima, colonia spaziale ideata da Chiara, Emanuela, Marta e Simone, si è rivelata molto simile a una comune hippy post-moderna, priva dei concetti di lavoro e denaro, ma informata alla più esatta simmetria e animata da un sedicente Guru dell’Amore impegnato a risollevare il morale di raccoglitrici di fragole perennemente reperibili; la seconda, un villaggio di sopravvissuti sull’isola di Pantelleria immaginato da Federica, Silvia M., Veronica G. e Guido, ci ha invece mostrato una curiosa riedizione delle antiche repubbliche dei pirati, fra palafitte, case nella giungla e un improbabile sciamano, impegnato a promuovere l’armonia fra gli abitanti dediti alla caccia, la pesca e la coltivazione.
Che cosa ci resta di questa esperienza? La consapevolezza di essere una grande squadra, capace di sfoderare idee originali, con un alto tasso di collaborazione al proprio interno, ma anche determinata a ridere e scherzare. Dal confronto conclusivo è emersa l’importanza della curiosità e della fiducia nel lavoro che facciamo, vere colonne portanti di tutto quello che un’agenzia può e deve essere.
Non restava quindi, a questo punto, che celebrare insieme i risultati raggiunti. L’abbiamo fatto a modo nostro: con un buon drink sorseggiato al calar del sole e una cena in compagnia che ha concluso in bellezza una giornata da incorniciare.